Spumanti alla ribalta!

Preso atto che il vino più venduto al mondo, dopo il Prosecco è il Lambrusco, entrambi vini spumanti, entrambi del nord, nord est d'Italia, di fronte ad una vera e propria esplosione regionale della spumantizzazione del vino, cercheremo di individuare una chiave di lettura che ci porti alla comprensione di un fenomeno che per tanti versi nobilita il nostro saper fare e bere vino, ma che per altrettanti versi, ne sminuisce la portata sia in generale che in particolare.

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Non tutti i vitigni sono utili alla presa di spuma, o meglio non tutti i vitigni vocati a diventar spumante si trovano nel territorio adatto, e ancora, non tutti i metodi si dimostrano efficaci a tal uopo.

Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Tra nuovi progetti che prendono il via indossando nomi provenienti da areali geografici e antiche metodiche che reclamano il loro posto e  dignità nella storia, assistiamo al crescere e allo svilupparsi di questo fenomeno dai tratti mirabolanti e caotici. Ci vediamo in sala degustazione.

Alessandro Calabretta



Vini in assaggio:

1) Ciambalà, Lambrusco, salamino in purezza, 2021, BUGNO MARTINO, San Benedetto Po, MN

1.1) Maso, Lambrusco, salamino in purezza, Metodo classico 24 mesi, 2019 di BUGNO MARTINO, San Benedetto Po, MN

2) Incrocio Manzoni, Moscato e Raboso, 2020 MASOT, Sarmede, TV

3) Colfondo agricolo, Glera in purezza, metodo ancestrale, 2021, MASOT, Sarmede, TV

4) Infermento, blend di varietà autoctone a bacca bianca, 2022 Azienda vitivinicola ACCADIA, Serra San Quirico, AN;

5) Metodo Ancestrale da uve Chardonnay e Pinot grigio, 6 anni sui lieviti, 2019, Agricola Ciccocioppo, Fossacesia CH;